Egregio Signor Sindaco Gianni Alemanno,
ritorniamo sul grave problema delle botticelle romane, ad oggi non risolto nonostante gli incidenti mortali risalenti all’anno scorso, l’istituzione di un’apposita commissione scientifica, le successive promesse da parte dell’Amministrazione, poi non mantenute, di eliminare una volta per tutte le anacronistiche carrozze dal centro di Roma relegandole nei parchi, infine la delibera del 20 luglio scorso. Nemmeno le restrizioni, minime, previste da tale delibera, di per sé comunque assolutamente non risolutiva per il benessere dei cavalli, sono state ad oggi recepite né dunque applicate.
Chiediamo notizie per esempio dell’elenco delle cosiddette strade off-limits, preannunciato a settembre ed espressamente previsto dalla delibera suddetta: “è inibito il passaggio delle vetture pubbliche a trazione animale in strade non ritenute idonee e/o con pendenze eccessive indicate con apposito provvedimento dirigenziale”. Si legge anche: “i percorsi e le aree di sosta più adeguate sono individuati con provvedimento dirigenziale entro 90 giorni dall’approvazione del presente atto. Con medesimo provvedimento sono individuate le modalità di monitoraggio del servizio eventualmente tramite controllo satellitare”.
Facciamo notare che i 90 giorni sono scaduti il 20 ottobre scorso e fin’ora nulla è stato deciso nè comunicato dall’Amministrazione su questo punto, né pare si stia dibattendo sulla questione.
Molto semplicemente non è stato fatto nulla, e i cavalli continuano a essere forzati a percorrere anche le strade più difficoltose dove la fatica dovuta al traino di un carico di 700 kg si somma a quella dovuta alle pendenze eccessive di strade come via Veneto, via del Tritone, via Sistina e via del Circo Massimo.
Qual è la motivazione di un simile ritardo per l’approvazione di un elenco di strade?
Dobbiamo aspettare di veder stramazzare a terra un altro cavallo per ottenere che vengano stabiliti dei percorsi vietati?
O per lo meno c’è l’intenzione, se non di evitare un incidente - che prima o poi avverrà visto che le botticelle sono ancora in essere - almeno di posticiparlo nel tempo deliberando quanto prima l’esclusione delle strade più pericolose dai percorsi consentiti alle carrozze?
I romani dimostrano una crescente sensibilità nei confronti del modo in cui vengono trattati gli animali nella nostra città e sono sempre più contrari all'istituzione della ‘botticella’, ormai icona del passato. La consapevolezza del rispetto che meritano questi animali è in linea tra l’altro con la recente proposta di legge che intende riconoscere al cavallo lo status di animale da affezione, al pari del cane e del gatto, vietandone la macellazione e il generale sfruttamento.
L’OIPA sta portando avanti la petizione - sottoscritta anche dalla LAV e da altre 12 associazioni e arrivata ad oggi a 5000 firme - con la quale si chiede che i cavalli vengano liberati per sempre dalle carrozze, e che queste vengano sostituite con altre a trazione elettrica, mezzi più civili e senz’altro più sicuri per l’incolumità stessa delle persone che le utilizzano, vetturini compresi.
Lo scorso ottobre è stata individuata la somma di 547.500 euro per la realizzazione di carrozze elettriche sperimentali che potrebbero essere il primo passo – sempre che sussista la reale intenzione di portare avanti il progetto da parte del comune - verso la definitiva messa al bando delle botticelle.
Considerando che è già trascorso più di un anno dalla valutazione positiva, da parte del comune, del progetto del prototipo di carrozza elettrica chiediamo che si deliberi quanto prima in merito all’affidamento per la realizzazione della nuova flotta di carrozze elettriche e che i vetturini vengano automaticamente convertiti a conducenti dei nuovi mezzi abbandonando la vecchia ‘botticella’.
Tel Aviv ha recentemente messo al bando i carri trainati da cavalli ed asini, diventando la prima città in Israele a rifiutare questa crudeltà. Riesce Roma a non essere da meno dicendo finalmente e definitivamente ‘NO’ a questo mezzo di trasporto ormai obsoleto?
Ricordiamo infine il regolamento del comune di Roma per i diritti degli animali che all’art 46, comma 2, recita: “ E’ fatto divieto di trasportare un numero di persone superiore a quello dei posti per i quali la carrozza è omologata, non a cassetta, e la sola andatura consentita è il passo. E’ altresì proibito percorrere strade in salita fuori dalla Zona a Traffico Limitato”
Questo comma viene regolarmente ignorato dai vetturini i quali conducono i cavalli al trotto. L’andatura al passo, la sola consentita, non viene praticamente mai rispettata. Anche per quanto riguarda il numero dei passeggeri nulla di più facile notare che spesso accanto al vetturino siede un turista, cosa non consentita. Quando la famiglia è numerosa in altre parole i vetturini accettano di fare la corsa pur di non rinunciare all’introito, sarà il cavallo poi a farne le spese. Per lo stesso motivo non viene rispettata la pausa estiva (comma 3. Dal 1° giugno al 15 settembre è vietato far lavorare i cavalli dalle ore 13,00 alle ore 16,00): quest’estate in varie occasioni i nostri volontari hanno avvistato carrozze che si spostavano con i turisti a bordo durante l’orario vietato. Le limitazioni previste dal regolamento vengono quindi ignorate, complice la totale assenza dei controlli da parte delle forze dell’ordine.
L’ufficio diritti animali non ha finora svolto il proprio ruolo nemmeno quindi nel garantire i controlli sulle pochissime regole vigenti!
Visto lo stato attuale delle cose ci chiediamo: al prossimo cavallo morto si avrà ancora il coraggio di parlare di “incidente”?
Distinti saluti.
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Saturday, January 23, 2010
Friday, January 1, 2010
Write a Letter to the President of Italy against Horse Drawn Carriages
Dear Readers,
I know it has been ages sincce I updated my blog, but I am hoping that this message gets out. I have tried to promote online petitions regarding the cruel horse drawn carraige industry in Rome, but they were addressed to the politicians of the city of Rome. They seem to ignore our demands. This following letter was written by the the president of OIPA, an animal rights organizations. I am hoping that you will also participate and send this email, even though it is in Italian, to the President of Italy. At the end of the email, feel free to write your own comments in your own language and I might suggest saying that you plan to boycott Italy as a tourist destination until the "Botticelle" are finally banned in the city of Rome.
In the subject, please type, "No Alle Botticelle!!"
For even great effect, feel free to attach the following photos of this poor horse, who was killed in the cruel streets of Rome that I have already posted on this blog.
I know it has been ages sincce I updated my blog, but I am hoping that this message gets out. I have tried to promote online petitions regarding the cruel horse drawn carraige industry in Rome, but they were addressed to the politicians of the city of Rome. They seem to ignore our demands. This following letter was written by the the president of OIPA, an animal rights organizations. I am hoping that you will also participate and send this email, even though it is in Italian, to the President of Italy. At the end of the email, feel free to write your own comments in your own language and I might suggest saying that you plan to boycott Italy as a tourist destination until the "Botticelle" are finally banned in the city of Rome.
In the subject, please type, "No Alle Botticelle!!"
For even great effect, feel free to attach the following photos of this poor horse, who was killed in the cruel streets of Rome that I have already posted on this blog.
to: presidenza.repubblica@quirinale.it
Egregio Presidente,
Le scriviamo per rivolgerLe un appello, affinché non ratifichi le misure razziste e incostituzionali contenute nel cosiddetto "pacchetto sicurezza" approvato in via definitiva dal Senato il 2 luglio scorso, dopo ben tre voti di fiducia imposti dal Governo. Le chiediamo di rimandare questo vergognoso decreto alle Camere, chiedendone la modifica nelle parti palesemente incompatibili con la nostra Costituzione e con le norme del Diritto Internazionale. Siamo convinti che non è respingendo nell’illegalità chi arriva nel nostro Paese in cerca di asilo e lavoro per sfuggire all’oppressione ed alla miseria che risolveremo la questione dell’immigrazione. Non denunciando i malati che si rivolgono agli ospedali in cerca di cure, non rifiutando alloggio e istruzione agli esuli, non impedendo i matrimoni o separando i figli dalle madri; non è cancellando i diritti di altri esseri umani che affermeremo i nostri: c’è una sola Umanità. Il profondo squilibrio nella distribuzione delle risorse del Pianeta, lo sfruttamento di interi Paesi in epoca coloniale, i conflitti seguiti all’arbitrario tracciato di confini politici sono alla radice dei flussi migratori. Apparteniamo a un Paese nato dalla fusione di popoli e culture diversi, che tanti cittadini ha visto partire in cerca di un futuro migliore, a un Paese che ha vissuto l’orrore delle leggi razziali; signor Presidente, dica per noi quel “No” che impellente ci affiora alle labbra, con la Sua autorevolezza ci aiuti ad avvalerci, come diceva Primo Levi, della “facoltà di negare il nostro consenso”.
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Con profondo rispetto,
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Egregio Presidente,
Le scriviamo per rivolgerLe un appello, affinché non ratifichi le misure razziste e incostituzionali contenute nel cosiddetto "pacchetto sicurezza" approvato in via definitiva dal Senato il 2 luglio scorso, dopo ben tre voti di fiducia imposti dal Governo. Le chiediamo di rimandare questo vergognoso decreto alle Camere, chiedendone la modifica nelle parti palesemente incompatibili con la nostra Costituzione e con le norme del Diritto Internazionale. Siamo convinti che non è respingendo nell’illegalità chi arriva nel nostro Paese in cerca di asilo e lavoro per sfuggire all’oppressione ed alla miseria che risolveremo la questione dell’immigrazione. Non denunciando i malati che si rivolgono agli ospedali in cerca di cure, non rifiutando alloggio e istruzione agli esuli, non impedendo i matrimoni o separando i figli dalle madri; non è cancellando i diritti di altri esseri umani che affermeremo i nostri: c’è una sola Umanità. Il profondo squilibrio nella distribuzione delle risorse del Pianeta, lo sfruttamento di interi Paesi in epoca coloniale, i conflitti seguiti all’arbitrario tracciato di confini politici sono alla radice dei flussi migratori. Apparteniamo a un Paese nato dalla fusione di popoli e culture diversi, che tanti cittadini ha visto partire in cerca di un futuro migliore, a un Paese che ha vissuto l’orrore delle leggi razziali; signor Presidente, dica per noi quel “No” che impellente ci affiora alle labbra, con la Sua autorevolezza ci aiuti ad avvalerci, come diceva Primo Levi, della “facoltà di negare il nostro consenso”.
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